“Per tenere compagnia alla notte”

Un gruppo di amici, che hanno attraversato i movimenti giovanili degli anni Settanta, si ritrova in piena pandemia e per trentanove giorni si racconta: frammenti di storie di vita e ricordi si intrecciano ad alcune incursioni nella realtà di quei primi mesi del 2020. I sogni coltivati in gioventù, i viaggi di quegli anni, i riferimenti culturali, le difficoltà nelle relazioni di coppia e i personali approcci alle domande sulla fede e sulla morte fanno emergere uno spaccato delle contraddizioni e delle disillusioni di una generazione che sognava di cambiare il mondo.

Come nel Decamerone le loro giornate si dipanano fra le agghiaccianti notizie sul numero dei morti e il racconto delle loro storie di vita, quando il coraggio e la generosità abitavano le loro vite più di quanto non facciano oggi, rinchiusi in un guscio di solitudine che non rende giustizia a una generazione appassionata che voleva spendersi per il riscatto di tutti. Nel tempo hanno messo in piedi comuni, cooperative agricole, collettivi teatrali, radio libere e anche se la vita si è incaricata di spegnere quei progetti decidono di rivalutare i sogni almeno nel racconto perché non vadano persi e siano testimonianza per i figli, intossicati da una deriva consumistica sfrenata, affinché sappiano che esiste un modo diverso di immaginare la vita.


Gabriella Sessa è nata a Milano, ha vissuto a Roma e da molti anni abita a Modena dove lavora come psicologa psicoterapeuta. Ha due figli adottivi e un gatto. Ha pubblicato: Diario di viaggio (Concorso letterario Faenza, 1999); La forma del vuoto (Pendagron, 2009) sul tema dell’infertilità e dell’adozione; La costellazione di Orione (Pendagron, 2011); Il club delle tartarughe (Il Fiorino, 2016) sulla violenza di genere e la dipendenza affettiva;  Coppia e cambiamento (Il Fiorino, 2018) sui mutamenti nella relazione di coppia; Il vangelo dei semplici (Emersioni, 2019); Storia di radici e di ali (Intrecci, 2021); Il commissario Titti (Intrecci, 2022).

CHI SIAMO

Siamo una cooperativa di produzione e lavoro dal 1990. Proponiamo un modo di cercare, di porre domande sui vissuti, sui dispositivi totalizzanti,  sulle risposte di adattamento e sulle risorse creative delle persone che li attraversano.

NEWSLETTER