Socioanalisi narrativa

“Se l’uomo vuole essere soggetto, attore cosciente della sua storia può analizzare le istituzioni dalle quali dipende, quelle che lo attraversano e trovare nell’azione di gruppo una via d’uscita all’atomizzazione burocratica della quale è vittima.”

Georges Lapassade

FONDAMENTI CULTURALI


Il nostro lavoro di ricerca socioanalitica deve molto a Georges Lapassade. Egli è stato l’arpenteur, l’agrimensore che ha tracciato il solco dell’analisi istituzionale nel quale a partire dal 2002 hanno cominciato a muoversi anche i nostri passi.

La nostra interpretazione particolare della socioanalisi ha assunto la narrazione dell’esperienza su cui si vuole portare l’attenzione come analizzatore principale – anche se non unico ovviamente – e si è andata progressivamente configurando come un dispositivo di ricerca che consente, attraverso il lavoro di gruppo svolto dagli attori interni ad una specifica istituzione, o a un particolare contesto, di fare emergere i molti non detti o interdetti, ovvero quei dispositivi occulti e totalizzanti che, per le persone implicate, risultano alienanti, mortificanti e fonte di malessere.

Attraverso le narrazioni d’esperienza, con l’intervento socioanalitico si cerca, in un primo momento, di mettere a fuoco le varie modalità attraverso cui le persone si adattano o resistono in modo creativo all’azione dei dispositivi di potere. E poi, lavorando sulle assonanze e sulle dissonanze narrative si costruiscono per associazione specchi sociali più ampi ricorrendo alla letteratura nota o comunque in qualche modo rintracciabile sull’argomento.

Due collane editoriali

CANTIERI DI SOCIOANALISI NARRATIVA

Cos’è un cantiere


La cooperativa Sensibili alle foglie svolge attività di ricerca istituendo e coordinando cantieri di socioanalisi narrativa all’interno di specifiche istituzioni, su richieste che provengono dal loro interno. Questo dispositivo di ricerca viene definito “cantiere” perché la sua funzione principale è quella di costruire una narrazione “in chiaro” dei dispositivi relazionali presenti nel contesto istituzionale; una narrazione diversa dal mito attraverso cui l’istituzione si rappresenta socialmente e che, molto spesso, li oscura. I cantieri socioanalitici, oltre ad essere strumenti d’analisi svolgono anche una seconda, ma non secondaria, funzione di formazione alle relazioni di gruppo e di crescita della consapevolezza individuale. 

Partecipare a un cantiere


Ogni partecipante nel corso della cooperazione analitica, amplia la percezione della propria implicazione nell’istituzione, ma anche la sua capacità di divenirne un osservatore lucidamente distaccato. L’unica regola alla quale sono vincolati i partecipanti al cantiere è quella di raccontare la loro personale esperienza all’interno dell’istituzione. D’altronde chi è motivato a dar vita a un cantiere socioanalitico è anche spontaneamente orientato a scambiare le esperienze che sta facendo e le storie che socializza sono, a loro volta, momenti induttori di molte altre storie che consentono di trascendere l’evento biografico per risalire ai dispositivi istituzionali più profondi. Il gruppo socioanalitico, del resto, comincia a vivere effettivamente nel momento in cui ogni partecipante si riconosce anche nelle parole e nelle storie dell’altro, e quindi in una comune meta-narrazione critica.

Socioanalisi


Oltre alla conduzione delle dinamiche narrative proprie del cantiere, il compito del socio-analista è anche quello, attraverso le restituzioni scritte, che egli prepara e fa circolare nel gruppo dopo ogni incontro, di indurre i “narratori” a trasformarsi in analisti e di favorire un ampliamento progressivo del loro sguardo e della loro prospettiva. Questa induzione si realizza promuovendo associazioni e confronti con altre narrazioni significative riguardanti dispositivi relazionali analoghi a quelli emersi, all’opera in altre istituzioni dove il carattere totalizzante si mostra brutalmente. Attraverso lo choc generato da questo gioco di rispecchiamenti, un dispositivo che appariva naturale e ovvio nella routine quotidiana dell’istituzione in cui ha preso avvio il cantiere, d’improvviso acquista una luce di significato diversa. E proprio questa è la condizione per l’avvio di un nuovo immaginario.

Vent’anni di esperienza


A partire dal 2002 ci sono stati richiesti cantieri di socioanalisi narrativa in diversi contesti istituzionali. Sono state così esplorate ed analizzate istituzioni del mondo del lavoro: grande distribuzione organizzata, la formazione medica, il lavoro nel sociale, lo scambio salute-lavoro nei poli petrolchimici, il lavoro dei migranti, la digitalizzazione del lavoro. Istituzioni ospedaliere e post psichiatriche. Istituzioni per anziani e per disabili. Istituzioni totalizzanti: i moderni ghetti per i rom, le strutture di accoglienza per migranti o per minori di strada non accompagnati. Molti report di questi cantieri sono stati pubblicati nella collana “Quaderni di ricerca sociale” mentre nella collana “Analisi istituzionale e socioanalisi” sono stati pubblicati diversi saggi relativi alla metodologia e agli strumenti analitici impiegati.

FORMAZIONE SOCIOANALITICA

Sensibili alle foglie svolge ogni anno un corso autogestito di formazione alla socioanalisi nelle città di Roma e di Milano. Corsi di formazione analoghi vengono però svolti anche su richiesta di gruppi interessati o istituzioni.

CHI SIAMO

Siamo una cooperativa di produzione e lavoro dal 1990. Proponiamo un modo di cercare, di porre domande sui vissuti, sui dispositivi totalizzanti,  sulle risposte di adattamento e sulle risorse creative delle persone che li attraversano.

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