“In nome della ‘razza’ e del popolo sovranista”

LA MILITARIZZAZIONE DELLE POLITICHE MIGRATORIE 

Un saggio che analizza la militarizzazione delle politiche migratorie, la violenza verbale e legislativa, a cavallo tra la  de-umanizzazione all’interno dei campi per il rimpatrio e la delocalizzazione di questi ultimi

Nonostante l’alternarsi tra coalizioni di governo differenti, tutte convergono  nell’indicare un medesimo nemico da combattere nell’interesse della Nazione. Questo nemico è lo straniero. Le politiche migratorie degli ultimi decenni, oltre ad avere prodotto decreti e leggi ostili verso i migranti, hanno segnato un continuo slittamento delle competenze sempre meno in capo al Ministero delle politiche sociali, sempre più invece del Ministero dell’Interno e ora finanche del Ministero della Difesa. Una crescente militarizzazione delle politiche migratorie che da securitarie passano ad essere politiche difensive per l’interesse nazionale. Su questo artifizio legislativo, che genera la paura dell’invasione, della sostituzione etnica, si innestano ulteriori campi semantici discriminatori tanto nel linguaggio comune quanto in quello istituzionale e si realizzano, attraverso fondi pubblici, ulteriori campi di segregazione urbana e separazione sociale dei migranti, sempre più confinati ai margini della società. Per chi invece tenta di arrivare in Italia, oltre alle politiche militari e difensive dei confini, si ricorre ora alla Tratta e ai Trattati con tutti quei Paesi che si rendono disponibili a trattare con l’Italia per la delocalizzazione del trattenimento dei migranti nei Paesi di transito, sebbene sussistano al loro interno evidenti violazioni dei diritti umani. L’ipocrisia evidente è che mentre ci armiamo contro i migranti alle porte, per fortuna loro sono già nelle nostre case a supplire all’assenza dei servizi pubblici, rendendo evidente la necessità di convergere verso politiche e forme di accoglienza dei migranti sempre più necessarie alla sopravvivenza del sistema economico e del welfaredell’Italia altrimenti al collasso. 


MAURIZIO ALFANO, laureato in Scienze Sociali per lo Sviluppo, la Cooperazione e la Pace presso l’Università della Calabria, ha pubblicato con Aracne Editrice: Razzismo migrante e strutture clandestine (2013), I Rom la razza ultima. Prigionieri di identità presunte (2015) con il Patrocinio di Amnesty International, e Italiani razzisti perbene (2015); con Apollo Editrice Il razzismo non è una favola (2017); con Sensibili alle foglie Razzisti a prescindere (2019). Impegnato a fianco di reti informali nella lotta contro ogni forma di discriminazione, è tuttora attivista di campagne per la difesa dei diritti dei migranti e operatore di pace, coesione sociale e solidarietà internazionale.

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Siamo una cooperativa di produzione e lavoro dal 1990. Proponiamo un modo di cercare, di porre domande sui vissuti, sui dispositivi totalizzanti,  sulle risposte di adattamento e sulle risorse creative delle persone che li attraversano.

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