“Il sogno nel cassetto. Storia di una transizione sessuale”

Questa è la storia di Mascia, una persona che sente fin da piccola di “essere nata in un corpo non suo” e che prima di riuscire a diventare Sacha attraversa molte vicende: la tossicodipendenza, il carcere, l’adozione di un bambino dopo che la sua ex compagna muore improvvisamente. È proprio la crescita di Josef, un figlio amato fin da subito, che lo spingerà ad aspettare a compiere il percorso tanto desiderato.

«Niente mi avrebbe fermato, pur di non lasciare Josef nelle mani di estranei. Quindi, appena due mesi dopo la morte di Mariagrazia, io e lui ci sposammo in Comune a Firenze; tanto si faceva solo per la parte legale. Di quel giorno ho voluto rimuovere ogni particolare; ricordo solo che Vincenzo e io eravamo vestiti esattamente uguali: pantaloni da moto con i tasconi e giubbotto da moto; il velo bianco era rimasto in negozio. Ci presentammo con Josef in braccio e un pugno di parenti al seguito, in tutto una ventina di persone, fra le mie sorelle, i miei cognati e qualche amico di mio babbo. Ricordo che fu una giornata tranquilla e alla fine anche piacevole. Mio babbo, vedendo sposare l’unica figlia che ancora non lo aveva fatto, ma soprattutto alla quale non avrebbe mai pensato di vederglielo fare (in particolare con un uomo) era al settimo cielo; ci pagò addirittura il pranzo. Ad oggi rimango convinto che, più che per il matrimonio, i parenti vennero per vedere chi era quel coraggioso che mi avrebbe messo l’anello al dito».

Poi finalmente la decisione, l’inizio della terapia, i primi tanto attesi cambiamenti fisici, psicologici e sociali. Un presente felice, rinnovato, grazie al percorso intrapreso e alle prospettive di un cambiamento ancora più radicale.

«La prima volta che accarezzai l’idea di fare una transizione fu quando conobbi Alex e Michela. Alex mi disse: “Perché non lo fai se è un tuo desiderio?”. Io: “Sono vecchio, ho quarantanove anni”. “Che c’entra?”, mi rispose. Fino ad allora avevo sempre pensato che fosse impossibile per una donna diventare uomo; ho sempre pensato che sarebbe stato più semplice per un uomo diventare una donna, come la Romanina, la Silvia e tutti gli altri che ho conosciuto. Ho sempre detto che “ero nato in un corpo sbagliato”, ma la cosa finiva lì. Da quando ci ho pensato più a fondo, e mi sono informato su come la chirurgia era andata avanti, ho deciso che sarebbe stato un passo da fare; ma ancora non era il momento, perché Josef era piccolo e dovevo aspettare che crescesse un po’. Ogni tanto lui mi chiedeva: “Perché non ti risposi?”. Io: “Si starà a vedere”.  In casa venivano sempre donne, perché avevo iniziato a frequentare un giro di donne lesbiche. Una mattina, accompagnandolo a scuola, gli dissi che l’amore c’era anche fra due donne o due uomini e che io e la sua mamma ci eravamo volute molto bene. Lui incredibilmente capì e per tutta risposta disse: “Mi ha fatto molto bene parlarne”. Era buffo perché lui non trovava la fidanzata e io nemmeno e ogni tanto tornava a casa dicendo: “Mamma, siamo proprio sfortunati io e te con le donne”».

Raccolta e raccontata come testimonianza di una storia di resistenza, di coraggio e di amore; profonda e leggera, struggente e ironica, contornata da speranza, lutto, dolore, fatica, evoluzione. Dedicata a coloro che lottano per la propria autodeterminazione e a quelli che non ce l’hanno ancora fatta, per la vergogna o la paura di non essere accolti. Un atto politico, con cui si cerca di ribaltare la visione della vulnerabilità umana e di mettere a nudo i pregiudizi di un mondo ancora molto chiuso e bigotto, dove l’autodeterminazione sessuale spesso non viene considerata un diritto, ma una sorta di perversione e dove si crede che ci siano una strada giusta e una sbagliata da compiere, andando a minare la libertà di ogni essere umano di ricercare la propria singolarità sessuale e di intraprendere così il cammino verso la costruzione del proprio benessere.


SACHA LOTTINI sta vivendo la sua nuova vita al maschile, sorridendo ogni volta che viene apprezzato con: “Non esistono più gli uomini come lei!”. Continua a lavorare presso la ditta che lo ha accompagnato e appoggiato nel suo percorso, in attesa di andare in pensione. Convive con la sua compagna e chissà…

GIULIA SPALLA, psicoterapeuta, esperta in metodologie autobiografiche. Da alcuni anni utilizza la scrittura e la narrazione autobiografica come strumenti di promozione del benessere in diversi contesti, proponendo percorsi di formazione, raccolta di storie corali o individuali, gruppi di scrittura autobiografica. Con Mauro Damiani ha pubblicato per queste edizioni Conversazioni con un rivoluzionario, nel 2020. Con Margherita Primi, La parola alle donne, Pegaso, 2017; Il giardino della memoria, Clichy, 2018; Formare con le storie di vita, Mimesis, 2020.

CHI SIAMO

Siamo una cooperativa di produzione e lavoro dal 1990. Proponiamo un modo di cercare, di porre domande sui vissuti, sui dispositivi totalizzanti,  sulle risposte di adattamento e sulle risorse creative delle persone che li attraversano.

NEWSLETTER