“Dietro il mito dell’informatica”

Socioanalisi narrativa del lavoro nelle aziende di tecnologia dell’informazione e della comunicazione

Un cantiere di socioanalisi narrativa svolto con persone che lavorano nel mondo dell’informatica. I racconti di chi scrive gli algoritmi, chi organizza e manutiene i gestionali delle banche e delle aziende, descrivono un mondo del lavoro completamente mutato rispetto alle epoche precedenti. Fa da sfondo a queste narrazioni contemporanee la nascita del settore informatico in Italia, e quanto toccato ad Adriano Olivetti per aver osato immaginarlo autonomo e fondato in questo Paese. Una lettura interessante  per tutti, dal momento che oggi l’informatica investe tutti i territori della vita sociale.

In questo cantiere socioanalitico, un gruppo di lavoratrici e di lavoratori informatici condivide esperienze e riflessioni sulla nuova organizzazione del lavoro nelle grandi imprese di tecnologia dell’informazione e della comunicazione. Sullo sfondo, la genesi in Italia di questo settore, nei lontani anni Sessanta, quando la sorte di Adriano Olivetti ne segnò il destino. Se i nuovi processi della produzione informatica sfuggono agli approcci tradizionali cui si faceva ricorso nella società industriale, i risultati proposti in questo libro costituiscono il primo passo per aprire un confronto su temi inesplorati dell’attuale contesto operativo di queste aziende. In particolare, l’alienazione cibernetica, la formazione aziendale, le certificazioni personali, in imprese il cui sistema di comando appare del tutto simile a una piattaforma digitale. Dal punto di vista delle relazioni sindacali, è emersa con chiarezza la necessità di costruire nuovi paradigmi per dare risposte adeguate alla diversa organizzazione dei cicli di lavoro e alle esigenze delle nuove figure di mestiere suscitate dalla separazione della produzione del software da quella dell’hardware. Produrre una letteratura di riferimento dal basso e autogestita vuole essere un passo per aprire una riflessione collettiva che riguarda tanto chi lavora nelle aziende informatiche quanto i cittadini tutti, ormai quotidianamente connessi con i sistemi che da esse vengono prodotti. 


Renato Curcio, su questi temi e nell’ambito del suo lavoro di socioanalista, ha pubblicato in questa collana: L’azienda totale, 2002; La trappola etica, 2006; I dannati del lavoro, 2007; Mal di lavoro, 2013; Il pane e la morte, 2014; L’egemonia digitale, 2016,Ombre digitali sul lavoro sociale, 2022.

Hanno partecipato attivamente al cantiere: Norberto Barbieri, Leonardo Citraro, Claudio Di Mambro, Vezio Ferrucci, Marco, Luisa Mucedero, Sebastiano Pennacchio, Stefania, Gianluca Tatarelli


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Siamo una cooperativa di produzione e lavoro dal 1990. Proponiamo un modo di cercare, di porre domande sui vissuti, sui dispositivi totalizzanti,  sulle risposte di adattamento e sulle risorse creative delle persone che li attraversano.

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