Documenti e testimonianze di coloro che ne hanno subito le conseguenze sulla propria pelle sono qui riportate per dirci che l’uso dell’uranio impoverito nella costruzione di armi e munizioni riguarda tutti, per la contaminazione ambientale che produce e i lutti che porta con sé in ambito sia militare che civile.
Marilina Veca, membro d’onore dell’A.N.V.U.I. Associazione Nazionale Vittime Uranio, si occupa della problematica dell’uso di armi e munizioni indurite con l’uranio impoverito da oltre vent’anni, avendo cominciato a interessarsene con Falco Accame, fra i primi a porre la questione nel nostro Paese. In questo libro l’Autrice documenta l’uso di queste armi sia nei teatri di guerra sia nei Poligoni militari sparsi sul territorio italiano e mette in evidenza come la questione riguardi tutti, dal momento che le nanoparticelle delle polveri sprigionate da queste armi e queste munizioni inquinano la terra, l’aria e l’acqua. Una contaminazione che non conosce confini tra i Paesi e che investe le aree circostanti le zone militari dove queste armi vengono testate e produce malattie e lutti, in prospettiva per molti anni, in aree sempre più estese, dal momento che l’uranio impoverito non è finora vietato da alcuna convenzione nonostante gli enormi danni ambientali che procura.
I diversi capitoli – cos’è l’uranio impoverito, dove è stato usato, dalla Somalia alla ex Jugoslavia, quali le responsabilità dei vertici militari e politici riguardo alle misure per la protezione dei militari italiani e per i cittadini esposti alla contaminazione nelle aree adiacenti i Poligoni – si intrecciano con le testimonianze del Maresciallo Vincenzo Riccio, da diversi anni in lotta contro le malattie conseguenti alla sua esposizione alle polveri letali, di Giulia Spada, figlia di un professore sardo deceduto per leucemia, di Angelo Cremone, portavoce dell’associazione ambientalista “Sardegna pulita”, e sono precedute da un’introduzione di Emanuele Lepore, fratello del Maresciallo dell’A.M. Giovanni Luca Lepore, deceduto il 10 giugno 2005. Un focus sulla Sardegna e uno sui bombardamenti della Nato sulla Serbia nel 1999 corredati da documenti del parlamento europeo inediti in italiano e delle commissioni parlamentari che si sono succedute negli anni.
Marilina Veca vive e lavora a Roma. Laureata in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, specializzata in Paleografia latina, archivistica e diplomatica presso l’Archivio Segreto Vaticano, ha lavorato nel settore relazioni internazionali di varie istituzioni. Presidente di Rinascere Onlus, che opera a favore di vari progetti di pace e di sostegno umanitario, in particolar modo per le enclavi serbe del Kosovo e Metohija, è autrice di molti volumi, fra i quali: Kosovo e Metohija, il ritorno impossibile, Filip Vjesnić Editore, Belgrado 2007; Zločini. Kosovo, il silenzio e la memoria, Sensibili alle foglie, 2017; Percorsi e ripercorsi, Fondazione Karić, Belgrado 2023. Ha realizzato con il regista Alessandro Antonaroli un cortometraggio in Kosovo e Metohija dal titolo “Katastrofa”. Insignita del Karić Foundation Award – Laurea ad honorem in Giornalismo, nel novembre 2019. È membro d’onore dell’A.N.V.U.I. Associazione Nazionale Vittime Uranio.
Introduzione di Emanuele Lepore
Interventi di: Angelo Cremone, Vincenzo Riccio, Giulia Spada