“Esclusione, sofferenza, guerra”

TESI PROVVISORIE SULLA GUERRA, SULL’ESCLUSIONE SOCIALE, SULLA PRIVAZIONE DEI DIRITTI, SULLA SOFFERENZA OSCURA

Sergio Piro, nel 2002, scrive le tesi numerate qui proposte, in cui si mettono in luce e analizzano le relazioni profonde e strutturali che collegano, senza soluzione di continuità, i fenomeni della guerra, dello sfruttamento dei popoli, delle diseguaglianze economiche, della distruzione della natura, con le condizioni di esclusione sociale circoscritta e di violenza diffusa, a partire da quelle vissute dalle persone che attraversano la “sofferenza oscura”, l’universo di quelle condizioni che sono comunemente definite psicopatologiche.

«Questo libro dunque è un tentativo di ricostituire un modo comune, intensamente politico, di percepire le prassi di cura e di richieste di cura. Si tratta di ritrovare una dimensione non assistenziale, non caritativa, della problematica della sofferenza incentrandola sul nesso che si dà tra pratiche di esclusione e la persistenza/intensificazione della guerra all’interno della nostra società. [….] Esso è per dir così un breviario sul significato politico delle lotte all’esclusione e sul modo in cui esse divengono elementi di un conflitto più ampio, di natura addirittura antropologica, quello concernente le forme di identificazione e di narrazione sociale prevalenti. C’è “guerra” dove c’è identità forte ed escludente, non soltanto dove vi è rumore di armi».

dalla prefazione di Teresa Capacchione

SERGIO PIRO (1927-2009), psichiatra, è stato tra i principali protagonisti della stagione di lotte per la chiusura dei manicomi. Direttore dell’Ospedale Psichiatrico Materdomini di Nocera Superiore (Salerno) dal giugno del 1959 al febbraio del 1969, vi costituì la seconda “comunità terapeutica” in Italia dopo l’esperienza condotta da Franco Basaglia a Gorizia, venendo licenziato per aver dato inizio a un esperimento di psichiatria alternativa. È stato, inoltre, direttore dell’Ospedale psichiatrico Leonardo Bianchi di Napoli (III Unità) dal giugno 1974 al 1975 e direttore dell’Ospedale Psichiatrico Frullone di Napoli, e componente della segreteria nazionale di Psichiatria Democratica dal 1976 al 1981. Precursore del movimento di critica psichiatrica, ha scritto due opere che rimangono punti di riferimento del movimento: Il linguaggio schizofrenico nel 1967 e Le tecniche della liberazione nel 1971, entrambe per Feltrinelli. Piro ebbe vasti interessi nel campo delle scienze umane e sociali; scrisse e si occupò, in particolare, di semantica, antropologia, linguistica, epistemologia, coniugando sempre ricerca teorica, insegnamento e impegno diretto nelle lotte anti-istituzionali, nelle esperienze territoriali e nella costruzione di un servizio sanitario in grado di prendersi realmente in carico il sofferente psichico. Ha dedicato l’ultima parte del suo lavoro di ricerca “trasformazionale” all’esclusione e all’abbandono degli “psichiatrizzati’ da parte dei servizi di salute mentale (Osservatorio dell’abbandono), alla lotta ai “restauratori di manicomi” e al sostegno generoso ai movimenti di resistenza e opposizione alla globalizzazione capitalistica e alla guerra.

A cura di

DARIO STEFANO DELL’AQUILA, Ph.D., si occupa di istituzioni totali, vulnerabilità e intervento sociale. Autore di articoli, inchieste e reportage pubblicati, tra i vari, da il Manifesto, Napoli Monitor, Internazionale, la Repubblica e Neues Deutschland. Ha pubblicato, tra l’altro, con Antonio Esposito, Cronache da un manicomio criminale (Edizioni dell’Asino 2013) e Storia di Antonia. Viaggio al termine di un manicomio (Sensibili alle foglie 2017). È stato orgoglioso amico di Sergio Piro.

ANTONIO ESPOSITO, Ph.D., saggista e ricercatore indipendente. Ha lavorato presso università ed enti di ricerca sulle tematiche inerenti all’esclusione sociale, alla storia della psichiatria e al razzismo, è esperto di beni confiscati e legalità. Tra le pubblicazioni inerenti alla questione psichiatrica si segnalano: Le scarpe dei matti. Pratiche discorsive, normative e dispositivi psichiatrici in Italia (1904-2019) [ad est dell’equatore 2019], le curatele, con Elena Cennini, del numero monografico di Cartografie sociali, “Cosa resta del manicomio? Riflessioni sul fascino indiscreto dell’internamento” [Mimesis 2020], e del testo collettaneo Come camaleonti davanti allo specchio. La vita negli spazi fuori luogo (2013). Con Dario Stefano Dell’Aquila è autore di Storia di Antonia. Viaggio al termine di un manicomio [Edizioni Sensibili alle foglie, 2017] e di Cronache da un manicomio criminale [Edizioni dell’Asino, 2013]. Insieme hanno anche curato il volume di Assunta Signorelli, Praticare la differenza. Donne, psichiatria e potere [Ediesse 2015]. È autore del capitolo dedicato alla salute mentale delle ultime tre edizioni del Rapporto sullo stato dei diritti in Italia curato da V. Calderone e A. Condello per A Buon Diritto Onlus.

ROBERTA MOSCARELLI,  lavoratrice autonoma nel campo dei programmi europei per l’istruzione e le politiche sociali, ricercatrice indipendente e attivista, dalla seconda metà degli anni Novanta partecipa ai percorsi di autorganizzazione sociale. Interessata alle dimensioni politiche, sociali e culturali della salute e della cura, durante l’emergenza pandemica si occupa in particolare di scuola e salute pubblica. Ha conosciuto Sergio Piro, diventandone amica, frequentando la sua casa e collaborando con lui e il suo gruppo di lavoro dal 2004 fino alla sua scomparsa.

Prefazione di

TERESA CAPACCHIONE psichiatra, allieva di Sergio Piro ha conseguito la Charta Finalis della Scuola Antropologico-Trasformazionale svolgendo con lui attività didattica e di ricerca. Nel 2018 ha pubblicato con la casa editrice Sensibili alle Foglie il libro Primavera 180 sulle lotte e le esperienze psichiatriche alternative in Campania nella stampa quotidiana. È presidente dell’Associazione Sergio Piro.

CHI SIAMO

Siamo una cooperativa di produzione e lavoro dal 1990. Proponiamo un modo di cercare, di porre domande sui vissuti, sui dispositivi totalizzanti,  sulle risposte di adattamento e sulle risorse creative delle persone che li attraversano.

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